“Agli Ambasciatori del Grottesquo e alle Signore del Vizio…”
Inizia così la mia esperienza come attrice “muta”, nel 2011 con uno spettacolo in cui per la prima volta non venivo scelta per parlare. Io che della voce ho fatto strumento e professione. E’ liberatorio a volte “spogliarsi”. Non parlo solo di abiti. Liberatorio è eliminare tutto quello che ci veste. Nel mio caso la voce, appunto. E’ segreto fondamentale per chi deve affrontare un personaggio farsi molte domande: Chi è il personaggio? Da dove viene e dove va? Qual’è la sua storia? Cosa ha imparato e come ha vissuto? Perfino come mangia a volte. Ecco, dopo un paio di estratti da due delle tappe fondamentali della mia esperienza Burlesqua la storia di Elektra, l’alter ego che Raffaele De Ritis, magnifico regista e amico, ha saputo far nascere da quella che un tempo era “solo” Ilaria Cappelluti.
Tre anni di preparazione, debuttando in posti piccoli che non fanno gola alla “Società di Gran Marca” ma che registravano tutto esaurito in platea e nel cuore, nell’entusiasmo di persone che sanno ancora lavorare per sognare. Sognare davvero, ovvero fare dell’impossibile possibile.
“In questo mondo quotidiano,
che somiglia tanto al libro delle Mille e Una Notte,
non c’è un solo gesto che non corra il rischio
di essere un’operazione di magia,
non c’è un solo fatto che non possa essere il primo
di una serie infinita.
Mi domando che ombre getteranno
questi oziosi versi.“
(Jorge Luis Borges)
MONIQUE CIPOLUCCI
Nome d’arte di Elektra Van Der Smirnoff, attrice tedesca.
Elektra é di una famiglia nobile decaduta di lontana origine russa (il bisnonno, Barone Piotr Smirnov, era il capitano del leggendario incrociatore S.M. Tamerlan II della Marina Imperiale dei Romanov, poi devastata da una bomba turca durante la rivolta di Crimea).
Da adoloescente Elektra si ribella al matrimonio con il direttore del Casinò di Wiesbaden e lascia l’eredità familiare e la Germania per trasferirsi a S.Pietroburgo, convertita al comunismo, aiutata dal fluente russo parlato in casa.
Entra nel Teatro d’Arte Stanislavskij. Pur interpretando un paio di Chechov e Shakespeare, e dormendo per due anni nell’appartamento del critico della Pravda, la direzione del teatro le consiglia una piu’ rapida carriera indirizzandola a Mosca presso gli studi cinematografici della Mosfilm. Qui, dopo una piccola parte ne “La Scalinata di Odessa” (di V.Kurzyamov) ha successo in alcuni melodrammi a colori sebbene non passati alla storia, come “La principessa delle tigri” (di V.Kurzyamov), “Amami sul Mar Rosso” (di V.Kurzyamov), e soprattutto “Una corazzata di baci” (di A. Petrov), di cui è protagonista assieme a Grigori Polunin.
Per quest’ultima pellicola, le giuste “spinte” la proiettano sulla copertina di “Novi Kino”, con un servizio che le procurerà una parte in “Nuove avventure del Gatto con Gli Stivali” (di Grigori Polunin, coproduzione internazionale con Tv Koper Capodistria).
Con la caduta del muro di Berlino, Elektra giunge a Roma ed è notata da Federico Fellini, dopo essersi intrufolata su un set di Cinecittà grazie ad un favore reso ad un agente di casting per bambini. Il maestro la ribattezza Monique Cipollucci, e la lancia al mondo con una potente campagna di stampa e falsi scandali orchestrati ad arte, come interprete del suo imminente film “Impero”.
La morte del regista alla vigilia delle riprese ne impedisce la realizzazione. Ma la Cipollucci è ormai lanciata, e attraverso “La Terreur de la Gare du Nord” girato in quattro giorni da Gensi Larible a Parigi, sbarca in seguito a Hollywood. Qui la troviamo a sfornare una serie di rifacimenti economici di musicals destinati al mercato indocinese: “Macau Side Story”, “Bombay Cats”, “Beijing – Chicago”, e molti altri.
La Cipolucci vi è sempre doppiata, e le scene di danze accuratamente girate da controfigure. La diva riempie ormai le copertine di tutto il mondo, pur evitando la vita mondana e mostrandosi raramente in pubblico.
Ama trascorrere il proprio tempo libero a Reno, Nevada, dove ha un ranch di zebre e giraffe.
E’ scortata dal bodyguard venezuelano Rodrigo “Hulk” Hogan, un ex wrestler allievo del leggendario campione WWF Leopoldo Francesco Edwards.